Ustica – l’allarme degli F104 presso il DC9

di Igor Carta

Tra i misteri del DC9 Itavia il più controverso riguarda l’allarme lanciato quella sera da un F104, condotto da due piloti che moriranno a Ramstein nel 1988.

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La connessione Ustica – Ramstein è uno dei tanti misteri ma sicuramente è il più conosciuto e dibattuto dell’intera vicenda, fiumi di parole e di inchiostro sono stati spesi a favore o contro tale vicenda, spontaneo chiedersi quindi cosa ci sia di appurato in questa faccenda. La Sentenza del giudice Rosario Priore risale ormai al 1999, il quadro attorno ad essa è mutato nel frattempo; i generali rinviati a giudizio sono stati assolti dalle accuse, l’ex presidente emerito Francesco Cossiga ha rilasciato alla fine del processo penale delle dichiarazioni esplosive sulla strage di Ustica che hanno attivato un nuovo procedimento, indagini che hanno già dato i loro frutti, come la collaborazione delle autorità francesi e la conferma della presenza di una portaerei nel basso Tirreno. In più, a partire dal 2011 si sono susseguite diverse sentenze, tra cui una della Cassazione nel 2013, che hanno riconosciuto ai parenti delle vittime della strage corposi risarcimenti essendo comprovati il depistaggio e l’abbattimento con un missile. Inoltre lo scorso dicembre uno studio elaborato dall’Università Federico II di Napoli ha illustrato con dovizia di particolari quelli che furono gli ultimi istanti di vita del DC9 Itavia, che avrebbe impattato con il mare danneggiato ma sostanzialmente integro, come sostenuto già in passato dai consulenti tecnici della parte civile Itavia. Abbiamo già detto che vi sono ulteriori accertamenti in corso, sia sul ruolo della Francia sia su alcuni dei casi normalmente conosciuti come “morti sospette”, il cui livello di coinvolgimento appare oggi più elevato rispetto al passato, parliamo dei casi di Sandro Marcucci e soprattutto di Mario Naldini e di Ivo Nutarelli; la vicenda della connessione Ustica – Ramstein è nota, quindi ulteriori dettagli sono facilmente reperibili in modo che chiunque possa farsi la propria opinione; del loro coinvolgimento con i fatti del 27 giugno 1980 si è parlato a lungo, si è indagato, sono state escusse decine di persone, la vicenda sembrava non possedere elementi probatori sufficienti, così, di solito, tale vicenda viene descritta sommariamente con la parte finale del paragrafo dedicato alla morte di Naldini e Nutarelli, alla pagina 4667 della sentenza Priore:

Quello che però non convince è la sproporzione tra fini e mezzi, e cioè che si dovesse cagionare una catastrofe – con modalità peraltro incerte nel conseguimento dell’obbiettivo, cioè l’eliminazione di quei due testimoni per impedirne rivelazioni. Si deve perciò concludere che allo stato non sussiste nè prova logica nè prova di fatto degli ulteriori passaggi e cioè che il disastro di Ramstein fosse stato cagionato e realizzato per chiuder la bocca di quelli che erano a conoscenza di fatti di rilievo, prodromici alla strage di Ustica.”.

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Estratto tabulato Poggio Ballone; da Stragi80.it

Scavando più a fondo si scopre che la vicenda è assai più complessa ed articolata, visto che nella stessa sentenza si parla in maniera precisa e particolareggiata di una connessione che ha inizio con il famoso codice di allarme lanciato da una coppia di F104 decollati da Grosseto che affiancarono il DC9 mentre sorvolava la Toscana. Quanto fossero vicini tra loro ce lo dice, sia nella perizia radaristica che nella deposizione al processo (udienza del 6/11/02), pagina 138), il collegio peritale Dalle Mese, Tiberio e Donali, secondo cui la loro traccia (LE011-AA464-LE464-LL464-LG403) si confonde con quella dell’ITIGI, mentre nella perizia, a pag. 3194, paragrafo B, è riportato che, data la vicinanza, la coppia di F104 assume il codice SIF3 n° 1136 attribuito al DC9. Si deduce quindi che quella coppia di TF104, su cui viaggiavano in tandem Mario Naldini e Ivo Nutarelli, viaggiò assai vicino al DC9, e quasi tutti sanno che avrebbero lanciato un allarme o un qualche tipo di emergenza. Anche su questo punto si è discusso a lungo, ed il giudice Priore si prese la briga di chiedere il parere del Nato Programming Center di Bruxelles; cosa risposero è di pubblico accesso nel capitolo LXV della sentenza, a pagina 2917, paragrafo 3:

“Si tratta di un velivolo della coppia di F104 che tra le 18.26 e le 18.37 naviga sull’aerovia Ambra 14, tra l’Appennino Tosco-Emiliano e Siena, a poche miglia di distanza dal DC9 Itavia. Dalla THR di Poggio Ballone si rileva che il velivolo, tra le 18.26 e le 18.42, “squocca” più volte il SIF1 73 (emergenza di carattere generale); sempre su questa THR il SOS SIF risulta = 2 = emergenza confermata, e la colonna blink=1 attesta che sulla consolle degli operatori si è accesa la spia di alert. I significati di tali codici, smentiti o sminuiti di importanza da esperti dell’AM sentiti in qualità di testi, sono stati invece confermati in sede della “Commissione ad hoc” della NATO da esperti dell’NPC. Scrivono infatti costoro nel loro rapporto del 10 marzo 97: “Varie volte è stato dichiarato lo stato di emergenza confermata relativa alla traccia LL464/LG403 sulla base del codice SIF1 73, che all’epoca del disastro veniva usato come indicazione di emergenza. La traccia ha attraversato la traiettoria del volo del DC9 alle 18.26 ed è stata registrata per l’ultima volta nei pressi della base aerea di Grosseto alle 18.39”. Poco da aggiungere, se non che gli operatori di Poggio Ballone, stando alle testimonianze rese avanti a questo GI, nulla ricordano ed i piloti dell’F104, Nutarelli e Naldini, sono periti nel disastro di Ramstein prima di essere ascoltati in qualità di testi. Da rilevare che alle ore 18.30 Ciampino allerta via filo il sito di Poggio Ballone comunicando che un velivolo militare in uscita dalla zona Delta (Nord-Ovest di Siena) con la sua rotta sta per interferire col traffico in navigazione sull’Ambra 14. Ciò in prossimità di tempo col passaggio del DC9 e dei due F104.

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Non stiamo parlando di gole profonde, di voci anonime o di radio naja, ma di risultanze delle analisi dei dati disponibili da parte nella NATO, riportate su una Ordinanza-Sentenza, e tali risultanze ci dicono chiaramente che da quell’F104 è partito un segnale di allarme reiterato più volte. Ciò compare anche nel famoso fascicolo trasmesso sempre dalla NATO nel 1997, contenente un elenco di velivoli militari in volo quella sera, alcuni sono rimasti non identificati, e accanto alla traccia AA464, che abbiamo già conosciuto, appare la dicitura “Unknown Emergency”. Qualcuno ha affermato che poteva trattarsi di un problema di natura tecnica, ma pare che in tali frangenti in caso di avaria della radio sarebbe di uso comune una fraseologia con le cinque dita, quindi in tal caso Nutarelli e Naldini avrebbero potuto avvalersi del gregario onde informare la torre di un qualsiasi problema tecnico, invece scelsero di impiegare più volte l’IFF, ma cosa intendevano segnalare esattamente? Nessuno lo sa, siamo nel campo delle ipotesi, ma a tal riguardo è ancora la sentenza Priore a suggerire qualcosa, infatti a pag.4667, riporta:

E poi poteva esserci la testimonianza dell’allievo. In vero però costui è apparso sempre terrorizzato negli interrogatori e un suo cedimento sarebbe stato sopraffatto da dichiarazioni in senso contrario dei suoi trainers; che restavano così i soli che avrebbero potuto apportare, e in veste più che qualificata, elementi preziosi nella ricostruzione di fatti”.

Viene naturale domandarsi cosa avesse turbato il testimone, visto che altri personaggi direttamente coinvolti hanno dichiarato di non ricordare eventi particolari avvenuti quella sera.

Singolare anche quanto riportato a pag.645, nella premessa all’analisi della situazione nelle varie basi aeree italiane; l’intero contesto di Grosseto viene ampiamente descritto in un apposito paragrafo tra le pagine 682 e 765:

Ma su quell’aeroporto risulterà non solo questo atterraggio, ma anche quelli degli F104 che si erano levati in volo in quel tardo pomeriggio. Da due che provengono da una rotta parallela al DC9 una emergenza confermata, sino alla fase dell’atterraggio. Emergenza che quindi trae origine da eventi in quel tratto di volo e sui quali nessuno dei protagonisti ha voluto o potuto riferire. Due perché sono deceduti a Ramstein. I restanti perché asseriscono in modo assoluto di non ricordare nulla. Sono queste reticenze tra le più gravi del processo; ostacolano in modo rilevantissimo l’accertamento della verità in una delle aree più delicate dell’inchiesta; ed è solo augurabile che l’assuefazione alle menzogne che questa istruttoria può aver generato, non impedisca di valutare a pieno la gravità delle condotte di quegli ufficiali o ex-ufficiali.”

Non c’è molto altro da aggiungere, a meno che non si voglia ipotizzare che la NATO abbia preso fischi per fiaschi o che il materiale analizzato fosse parzialmente o totalmente falso, ma le conclusioni a cui sono giunti sia i consulenti di Priore che quelli dell’Alleanza Atlantica sono decisamente significative; inoltre lo stesso giudice istruttore, in una recente intervista, ha sottolineato l’inspiegabile assenza di un rapporto sull’accaduto; su questa vicenda ci sono ancora accertamenti in corso, si preannuncia a breve un confronto assai interessante sulle risultanze delle nuove indagini.

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